Palazzina Liberty

Il Comune di Milano nelle persone del Sindaco Sala e dell’Assessore Del Corno il 13 ottobre alle 17,30 ha intestato la Palazzina Liberty a Dario Fo e Franca Rame.I loro nomi apparivano in grande sopra un lenzuolo bianco appeso a mò di schermo sui finestroni dell’ex-teatro,oggi sala musica.Tra gli applausi del pubblico la banda ha intonato note di festa. A rendere ancor più giocoso l’incontro la presenza di due grandi dello spettacolo all’improvviso: Claudio Bisio e Paolo Rossi, ai quali si è unito un giovane fresco di diploma della Paolo Grassi che recitò, ahimè, un brano di Mistero Buffo.Assenti giustificati Giorgio Albertazzi, Enzo Jannacci e Giorgio Gaber. Assenti ingiustificati erano invece il figlio Jacopo e quei pochi fedeli che hanno sempre convissuto con Franca e Dario. Nel parco non c’erano.Se questi avessero pubblicamente manifestato il loro dissenso alla retorica delle commemorazioni anch’io avrei rinunciato a prendere il treno per dire un giorno Io c’ero. Invece, con una sorta di snobbismo all’inglese hanno acconsentito alla ricordanza affidandosi alla professionalità di due compagni che raramente o forse mai hanno calcato le tavole del mitico spazio teatrale.Un dissenso a metà tra il si e il no, un ni, che allontana e avvicina affetto e sdegno, serietà d’intenti e conformismo d’amore Fate come preferite, ai Fo non interessa” sembra risuonare in Largo Ma rinai d’Italia. Ma la famiglia Fo porta un nome che non le consente indifferenza… almeno per rispetto alla nutrita schiera dei portatori d’acqua della Palazzina: gli attori tuttofare di via Colletta, divenuta poi La Comune e dopo ancora Ci Ti Effe Erre, compagnia teatrale Franca Rame. I Bonacci, i Dondi, i De Buono, i Biavati, Caliari, Ivana Monti, Marina De Juli, Paolo Ciarchi, Emiliana e Alessandro Balducci, Silvano Piccardi, Martina Carpi, Sandro Pipinato…E per ultimo che senso ha permettere l’accesso all’interno del salone dove venivano proiettati spezzoni di riprese teatrali soltanto alle prime 180 persone capaci di accaparrarsi un posto a sedere…alla faccia degli anziani,delle mamme con bambini, e di qualche curioso? Gli eredi dell’immenso patrimonio non solo culturale di Dario e Franca mi hanno mortificato. Spero non ci considerino noi, uomini che hanno dato tanto per un compenso striminzito, al pari di quegli operai che vengono usati, sfruttati e poi abbandonati a se stessi dai padroni capitalisti. Buon sangue non mente.

 Leonido Cubano

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